Un vecchio detto affermava che è “assolutamente sbagliato per la pittura imitare la fotografia e per la fotografia imitare la pittura”. Certamente questa “sentenza” ha una sua ragione d’essere; se proviamo però a togliere il verbo imitare scopriamo che oggi la commistione tra le due espressioni artistiche ha completamente ribaltato quel concetto, cancellando quei confini asso- lutamente tecnici, aprendo ad un uso dell’immagine dove la creatività passa sopra ad ogni vecchia convenzione. Penso per esempio, all’uso di frammenti fotografici che Rauschemberg inserisce nei suoi spazi multipli in convivenza con oggetti, gesti pittorici, ecc. Voglio dire che, fatto salvo il principio di una insostituibile sapienza tecnica, che deve stare alla base del proprio lavoro, deve, anche, restare fermo il concetto che di strumento si tratta, diventa bagaglio per consentire una personale libertà espressiva.
Ed è proprio da qui che vedo in Dario Nicolini la capacità di farsi trascinare nel suo mondo creativo da una costante osservazione che è infine il meditare nel fascino estetico che lo circonda e che egli esplora e indaga come un filo conduttore del proprio lavoro.
A questo si deve un suo personale radar che genera i giusti impulsi definendo le sue immagini cristalline.
Penso a “Rocce e Scogli n°3” dove la spaccatura verticale nella roccia crea, da sola, una forma che sembra creata dal pensiero, penso a “Rocce e Scogli n°8” dove l’intervento cromatico non cambia la natura del soggetto ma ne sottolinea una nuova interpretazione pittorica, penso a “Sequenza Vegetale n°7” dove l’invenzione-colore vibra di una straordinaria esaltazione della forma, penso a “Pachiderma Vegetale n°2” dove l’invenzione luce-colore diventa una scultura rigorosa e nel contempo libera, penso a “Pachiderma Vegetale” n°5 dove la delicatezza della luce diventa simbolo di sensibilità pittorica. Per l’autore la dipendenza dal reale è rispetto della natura osservata e dolcemente “manipolata”. Ed è così che assistiamo ad una trasfigurante visione. La luce, l’ombra, tutto trascorre leggero nell’opera attenta di Dario Nicolini.